Lo stato dell’arte dello studio del patrimonio storico-educativo in Europa e in Italia, le esperienze e le buone pratiche per il recupero e la conservazione di questo patrimonio. Ne hanno parlato, il 6 aprile 2018, istituzioni e soggetti quali studiosi, ricercatori, insegnanti, bibliotecari, archivisti, dirigenti scolastici e funzionari della pubblica amministrazione a Napoli – presso la Sala del Concistoro ex Convento S. Domenico Maggiore (oggi sede dell’Istituto Superiore «Alfonso Casanova») in occasione del seminario di studio «Esperienze e riflessioni sul patrimonio storico-educativo delle scuole come fonte per l’insegnamento della storia».
Il seminario è stato organizzato dall’Associazione delle Scuole Storiche Napoletane (per sapere di più, leggete questo articolo >>>) con la collaborazione della Società Italiana per lo Studio del Patrimonio Storico-Educativo (SIPSE). Le due realtà si sono incontrate allo scopo di porre in connessione il progetto di conservazione e valorizzazione del patrimonio scolastico promosso dall’Associazione con quello scientifico a più ampio raggio che vede coinvolto il mondo accademico.
Dopo i saluti istituzionali di Valentina Bia (Presidente dell’Associazione Scuole Storiche Napoletane), Rosaria Anna Stellato (Dirigente dell’I.S.I.S. “Alfonso Casanova”), Luisa Franzese (Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania) e Gaetano Daniele (Assessore alla Cultura del Comune di Napoli), ha preso la parola Roberto Sani (Università degli Studi di Macerata) che ha sottolineato come la rivoluzione storiografica che ha caratterizzato – negli ultimi trent’anni – gli studi sulla storia della scuola e dell’educazione abbia dato avvio a «una nuova storiografia che ha il suo riferimento privilegiato ed essenziale non più nelle teorie pedagogiche e nelle filosofie dell’educazione, ma nello scavo archivistico e nell’utilizzo di una pluralità di fonti, materiali e immateriali, in grado di restituirci la complessità e varietà dei processi formativi scolastici e delle dinamiche di alfabetizzazione e di acculturazione nei diversi ordini e gradi di scuola».
Anna Ascenzi (Università degli Studi di Macerata) ha illustrato lo stato dell’arte dello studio del patrimonio storico-educativo in Italia e in Europa e ha presentato il progetto di censimento che l’Università di Macerata porta avanti ormai da diversi anni con l’attività dell’Osservatorio Permanente dei musei dell’educazione e dei centri di ricerca sul patrimonio storico-educativo (OpeN.MuSE) nato con l’obiettivo di censire i musei della scuola e le scuole-museo presenti nel nostro paese. Sono poi intervenuti Juri Meda e Marta Brunelli (Università degli Studi di Macerata) sulle buone pratiche di valorizzazione didattica del patrimonio culturale delle scuole, concentrandosi in particolar modo sul caso degli archivi e dei musei. Meda ha ricostruito potenzialità e problematiche legate agli archivi scolastici, beni dall’elevato valore storico e culturale ma sui quali sono stati condotti ancora pochi studi sistematici, mentre Brunelli, dopo aver illustrato come – ad oggi – le più significative esperienze di valorizzazione del patrimonio storico-educativo consistano nel coinvolgimento degli studenti nella realizzazione di percorsi di recupero e valorizzazione dei materiali scolastici presenti nelle scuole stesse, ha presentato alcuni progetti e casi di studio italiani e l’esperienza del Museo della Scuola «Paolo e Ornella Ricca» dell’Università di Macerata, il quale, da qualche anno, ha elaborato un’offerta didattica rivolta agli studenti delle scuole dall’infanzia fino alla scuola secondaria di II grado.
Sono intervenuti, al termine della mattinata, i rappresentanti delle istituzioni preposte alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale, moderati da Giovanni Aricò, segretario dell’Associazione delle Scuole Storiche Napoletane: Paolo Franzese (Soprintendente archivistico della Campania e Direttore dell’Archivio di Stato di Napoli), Francesco Mercurio (Direttore Biblioteca Nazionale di Napoli), Raffaele De Magistris (Direttore Biblioteca Universitaria di Napoli), Giulio Raimondi (Presidente di Amici degli Archivi Onlus) e Giovanna De Pascale (già Presidente AIB-Campania).
Nel pomeriggio i rappresentanti delle scuole di ogni ordine e grado aderenti all’Associazione delle Scuole Storiche Napoletane: Raffaella Aprea per la scuola primaria, Laura Cimmino per la scuola secondaria di I grado, Stefania Paoli per i licei e Mariarosaria Ruggiero per gli istituti tecnici e ISIS. Le relatrici hanno illustrato le attività di recupero e valorizzazione del patrimonio educativo da esse promosse, con particolare riguardo agli aspetti educativi e didattici.
Ha poi preso la parola Gioia Molisso per illustrare i contenuti, i risultati e le prospettive future di un interessante progetto per censire, catalogare e informatizzare il ricco patrimonio delle scuole napoletane e renderlo fruibile e disponibile al pubblico creando un catalogo digitalizzato accessibile in linea. Si tratta di NEMO – Network Educational Museums Online, nato dalla sinergia tra istituti scolastici e ambienti scientifici impegnati nella salvaguardia del patrimonio costituito dalle collezioni storiche di strumenti scientifici, come l’Associazione Scienza e Scuola. Collegandosi al sito http://www.progettonemo.it è possibile visitare le diverse sezioni e scoprire un patrimonio storico-scientifico eccezionale, tuttora esistente presso le scuole storiche dell’area napoletana dove – agli strumenti e alle collezioni di epoca borbonica – si sono aggiunti i beni acquisiti successivamente. Il sito è articolato in diverse sezioni, tra cui; Progetto, in cui si enunciano le finalità della rete di scuole associate; Inventario, in cui sono elencati in ordine alfabetico oltre 400 strumenti, ciascuno dei quali corredato da una scheda contenente un’immagine e la descrizione; e Galleria degli strumenti, divisa in categorie (acustica, elettromagnetismo, meccanica, ottica, termologia e topografia).
A concludere il seminario di studio è stato Francesco Di Vaio – tra i primi promotori dell’Associazione delle Scuole Storiche Napoletane – che ha sottolineato l’importanza della scuola come bene comune intergenerazionale, in cui le generazioni di oggi si incontrano con quelle passate e dove quindi – anche attraverso la trasmissione di questo patrimonio culturale – si forma la coscienza storica delle generazioni future.
I membri dell’Associazione delle Scuole Storiche Napoletane e della SIPSE si sono salutati auspicando presto nuovi incontri e confronti, nonché l’avvio di progetti di comune interesse per tutelare e valorizzare il patrimonio storico-educativo italiano, proprio sulla scorta dell’esempio napoletano.