La scuola-museo di Borgata Château a Oulx

A Château, come in tante frazioni montane, c’era la scuola elementare. Era una pluriclasse, che negli anni Sessanta accoglieva 6-8 alunni. Le maestre – tutte molto giovani e appena diplomate – arrivavano con il treno a Beaulard, che dista 3 km. da Château, poi salivano a piedi con noi ragazzini che eravamo scesi con lo slittino sulla neve. Felici raccontavamo come avevamo trascorso la domenica, aiutando i genitori a portare l’acqua dalla fontana (in casa non c’era ancora), a portare la legna per la stufa o a sgranare le fave nella stalla dopo cena.

La maestra dormiva nella camera attigua all’aula, riscaldata con le stufe a legna, accese dalle mamme a turno ogni mattina. Il patronato scolastico ci forniva le merendine, che erano tre: il formaggino, la marmellatina e la barretta di cioccolato, che la maestra distribuiva ogni pomeriggio alla fine delle lezioni.
Durante tutto l’anno sognavamo la gita di fine anno e la primavera del 1959 scendemmo con il treno a Torino allo zoo. Fu indimenticabile. Il maestro Ennio ci comprò un gelato che a Ines cadde dopo il secondo assaggio, lasciandola di cattivo umore per il resto della giornata, ma non c’erano i soldi per un secondo. Nel 1976 la scuola venne chiusa: non c’erano più alunni.
La scuola forma parte di un edificio comunale, con il forno sottostante. Nel 2014 il Comune di Oulx ha provveduto alla messa in sicurezza dell’edificio, che aveva il tetto cadente e gradi crepe nei muri.
Nel 2007 è nata l’Associazione Château, della quale Ines ed io siamo le presidenti volontarie, con scopi di tutela degli alpeggi e conservazione degli usi e costumi della borgata.
Essendo due ex-alunne, avevamo il grande desiderio di far rivivere la nostra scuola e il forno della borgata. Dopo diverse richieste, l’amministrazione comunale ci ha gentilmente concesso in affido l’edificio. Abbiamo allestito l’aula con i banchi, il pallottoliere, la cattedra, la lavagna, le carte geografiche e i quaderni dalle copertine nere, abbandonati nel solaio eppure perfettamente conservati. Nella camera della maestra abbiamo esposto alcuni oggetti a noi molto cari: dalla culla per neonati, alle camicie di canapa delle nonne, al filarello e altri attrezzi per la lana, insieme a quelli per il calzolaio, per il granaio e ai finimenti per muli e asini.
L’Associazione Château – come da accordi con l’amministrazione comunale – dovrà portare a termine alcune opere di restauro dei locali, che saranno rese possibili anche grazie alle offerte dei nostri visitatori e sostenitori.

Rita Frezet e Ines Chalier
ex-alunne della scuola

 

 

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