di Giorgia Masoni e Sahlfeld Wolfgang (SCUOLA UNIVERSITARIA PROFESSIONALE DELLA SVIZZERA ITALIANA / SUPSI – SWITZERLAND)
Anche in Svizzera, come in molti paesi europei, la digitalizzazione e messa a disposizione di importanti corpora di fonti storico-educative ha caratterizzato una parte degli sforzi della comunità dei ricercatori. Pionieristica è stata, da questo punto di vista, la totale digitalizzazione e messa a disposizione in un’applicazione cartografica dei questionari che dall’effimera « Repubblica Elvetica » (1798-1803) furono inviati su iniziativa del ministro dell’educazione Ph. Albert Stapfer a tutti i Comuni del paese per ottenere informazioni sullo stato dell’istruzione. Dalla digitalizzazione è nato il portale web www.stapferenquete.ch Negli anni successivi sono nate altre collezioni digitali, tra le quali ci piace ricordare, in Svizzera italiana, il sito www.storiascuola.supsi.ch con la sua collezione di fonti storico-educative dell’Otto- e del Novecento, promosso da un’équipe della SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), o un’iniziativa dell’Archivio di Stato di Zurigo che ha digitalizzato l’indagine sullo stato dell’educazione realizzata da quel Cantone nel 1771/72 (https://www.archives-quickaccess.ch/search/3).
In una logica un po’ diversa si muoveva il progetto Bildung in Zahlen (« L’educazione in cifre ») dell’Istituto di scienze dell’educazione dell’università di Zurigo. Il progetto, accessibile a partire dal sito http://www.bildungsgeschichte.uzh.ch/, mirava sin dall’inizio alla produzione di dati statistici (ad esempio serie storiche di statistiche, biografie di personaggi della storia politico-educativa ecc.), organizzati attraverso un data browser che permette di rintracciare i dati relativi a un determinato periodo storico, un determinato Cantone, un determinato ordine o grado scolastico ecc.
Fonti digitalizzate e dati ottenuti dalla consultazione di fonti storico-educative, così si potrebbero riassumere le filosofie di questi due tipi di iniziative digitali.
Un discorso a parte va fatto, infine, per le fonti seriali, molte delle quali sono accessibili attraverso il progetto e-periodica (https://www.e-periodica.ch/) della Scuola Politecnica federale di Zurigo. Altre fonti, in particolare libri di testo e manoscritti, sono accessibili attraverso progetti come e-manuscripta o e-rara, sempre del Politecnico federale.
Grossi investimenti, imponenti masse di dati, ma anche una giungla di iniziative (e qui ne abbiamo descritte solo alcune), che rendevano necessario un coordinamento e una riflessione sui criteri scientifici con cui rendere davvero fruibili tutta questa massa di dati e metadati per chi fa ricerca in storia dell’educazione. Nasce così, nell’ambito del progetto Bildung in Zahlen, l’idea di coordinarsi con altri progetti per dare vita a un metaportale : www.storiadelleducazione.ch
Sin dai suoi esordi, il portale è stato concepito per quelle che sono le peculiarità della Svizzera. Tra le esigenze davvero difficili da soddisfare, la creazione di un browser di dati in più lingue : la condivisione e reciproca comprensione di terminologie, categorie e parole ci è costata mesi di intenso lavoro, ma ci ha anche resi più consapevoli dell’importanza di un lavoro di ricerca al di là delle frontiere linguistiche. Quello che poteva apparire come un immenso problema è però diventato anche un’occasione di grande qualità. A partire dall’interfaccia in italiano, ad esempio, si possono interrogare anche fonti seriali conservate in diverse grandi banche dati della Germania (ad esempio Scripta paedagogica).
Per farvi intuire il potenziale e il funzionamento dello strumento, possiamo fare una piccola ricerca mettendo nel motore di ricerca (non importa se partiamo dall’interfaccia in italiano, tedesco, francese o inglese) la parola di ricerca « lavagna ». Il sistema ci trova 57 documenti che rispondono a questa parola-chiave, che diventano 895 se immettiamo la parola di ricerca corrispondente in francese (tableau noir) e 4255 se immettiamo la parola tedesca Wandtafel. Per individuare tutto, occorre sempre sapere che nei documenti della Svizzera italiana non è affatto raro l’uso del francesismo « tavola nera » (27 occorrenze), ma lo strumento permette comunque di accedere con notevole velocità a numerose fonti. Una volta ottenuto in questo modo il corpus dei documenti che rispondono alla parola-chiave « lavagna » (https://www.bildungsgeschichte.ch/it/records/?q=lavagna&facets=%5B%5D&sort=default) posso ulteriormente restringere la mia ricerca, ad esempio limitandomi alle leggi scolastiche o ai documenti provenienti dalle collezioni in Svizzera italiana. Posso anche seguire la categorizzazione per tipi di documenti, tipi di supporto o lingua.
Il processo di implementazione del portale ci ha fatto scoprire anche la necessità di mettere la sua gestione su basi istituzionalmente solide. Lo strumento che abbiamo individuato è quello di un’associazione di sostegno, di cui fanno parte oltre ai soci individuale una serie di scuole universitarie che con una quota sociale permettono il finanziamento del portale (https://verein.bildungsgeschichte.ch/it/members/).
Attualmente il progetto non riesce ancora a « sprigionare tutto il suo potenziale », perché diverse importanti collezioni non hanno ancora provveduto all’esportazione dati. Nei prossimi anni vogliamo implementare ulteriormente questo strumento di ricerca, integrandovi in particolare i metadati riguardanti il patrimonio « non cartaceo » della storia dell’educazione. L’esperienza della SIPSE in questo specifico campo potrà forse esserci di grande aiuto, e siamo fiduciosi che dalla condivisione delle difficoltà possa anche nascere una collaborazione ache possa avvicinarci all’ideale di una storia dell’educazione veramente trasnazionale.